La primavera è iniziata, con le temperature medie di questi giorni che hanno fatto già dimenticare l’inverno, ma le malattie respiratorie non lasciano in pace i romani. In realtà i livelli di diffusione del Covid sono ai minimi dalla fine della pandemia (su questo dato pesa anche la drastica riduzione dei tamponi eseguiti) e il picco influenzale è stato superato a febbraio, ma sono tante le persone malate nella Capitale, secondo il punto di osservazione dei medici di famiglia, dall’influenza ad altri virus e batteri che attaccano il sistema respiratorio: naso, gola, trachea, bronchi e polmoni.
La situazione
La rete di ambulatori aderenti a Vaccinet, nata da un’iniziativa della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) del Lazio, sta registrando ancora diversi casi di influenza di tipo B, causata da uno dei due principali virus stagionali di questo tipo, dopo quella del ceppo A che ha colpito in molti nel periodo invernale.
I problemi
Ma non è questa l’unica causa di problemi respiratori in giro al momento. Tra i cittadini della Capitale, in queste settimane, «ci sono diversi casi di infezioni respiratorie dovute a forme virali non influenzali», spiega Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della Fimmg. Non solo, i residui casi di influenza stanno portando, sottolinea Chiriatti, «a casi di polmonite che stanno colpendo persone anziane», e si stanno già diffondendo i raffreddori da pollini. Una situazione «certamente non di emergenza», fanno notare dalla Fimmg, ma che lascia la soglia di attenzione dei medici ai livelli “invernali”, in attesa del miglioramento della situazione generale.
L’allerta
Senza considerare l’iniziale allarme per una possibile diffusione, anche da queste parti della Dengue, un’infezione virale tropicale che viene trasmessa dalle zanzare e, una volta importata dai Paesi a rischio, anche dalla zanzara tigre presente in Italia. Su questo fronte la Regione, in base alle disposizioni nazionali, si è attrezzata con due ordini di vaccini: 500 dosi in arrivo e altre 2.500 nelle prossime settimane, da mettere a disposizione per chi dovesse recarsi in aree del mondo a rischio. Va ricordato che non esiste un trattamento specifico per la Dengue e, nella maggior parte dei casi, le persone guariscono completamente in due settimane.
I dati
Sul fronte Covid, come detto, i numeri sono ai minimi dalla fine della pandemia. Nell’ultima settimana i contagi “ufficiali” sono stati 109 in tutto il Lazio (con un’ulteriore riduzione del 16,8 per cento rispetto ai sette giorni precedenti), con un decesso (dato stabile). Le persone ricoverate per questo motivo negli ospedali della Capitale e del resto della regione sono 240 (meno 2,1 per cento in una settimana), con cinque pazienti in terapia intensiva. Molto basso il numero di tamponi eseguiti (in media 1.568 al giorno), ma anche la percentuale di test positivi, appena uno ogni cento.